La nascita della Scuderia Palladio risale alla primavera del 1964, quando il compianto dott. Nico Meschinelli, presidente dell'Automobile Club Vicenza e stella d'oro del CONI per meriti sportivi, assieme ad alcuni appassionati vicentini di automobilismo quali Filippi, Panzironi, Arabbi, Dal Pozzo e Piovene, ebbe l'idea di creare un gruppo sportivo in seno all'A.C. Vicenza con il compito di divulgare la passione per i motori e le quattro ruote nella provincia di Vicenza.

E così una sera di quel lontano '64, attorniato dai suoi fidi collaboratori, Nico Meschinelli fondò il Gruppo Sportivo Scuderia Palladio, disegnando su di un pezzo di carta il simbolo che ancora oggi accompagna le vetture del team vicentino in ogni competizione: il famoso gatto con il casco.

Di anni, da quel 1964, ne sono dunque passati molti e per la Scuderia hanno rappresentato momenti di gloria sia in campo nazionale che internazionale.

Molti infatti sono stati i piloti che si sono formati all'interno della Scuderia Palladio per poi approdare addirittura in squadre ufficiali e tantissime sono state le vittorie conseguite dalle vetture biancorosse sia nei rally che nelle gare di velocità in pista e in salita.

E' il caso di ricordare lo stesso Filippi, presidente della Palladio dopo la scomparsa di Meschinelli, il quale disputò alcune stagioni con le vetture ufficiali della Lancia Atkinson; un pensiero va pure rivolto a Lele Serblin, casco d'oro di Autosprint, giunto fino ai massimi vertici della Formula 2, poi distolto anche lui dal miraggio Ferrari.

Pino Ceccato, al contrario, trovò un posto in Fiat e, prima con le 125 e le 128 coupè poi con gli spider 124, si comportò onorevolmente sia nei rally di campionato italiano che in quelle poche uscite di campionato del mondo (da ricordare il suo Acropolis Rally del 1972 in coppia con Eisendle).

Bambi Baron dopo aver corso con le Opel Ascona di Irmscher trovò posto all'Alfa Romeo ma capitò proprio nell'anno in cui l'ing. Chiti pensò di ritornare alla Formula 1 e così il vicentino, come Andruet, Ballestrieri, Svizzero, Dall'Ava ed Ormezzano si trovò ben presto a piedi.

Franco Cavriani, uno dei più anziani come attività sportiva, ha sempde dedicato molto spazio sia ai rally che alla velocità: più volte partecipante al Montecarlo e campione italiano gruppo 3 nel 1980.

"Lucky", al secolo Gigi Battistolli, entrato nella Palladio dieci anni dopo la sua fondazione, è forse colui che più di tutti ha dato all'automobilismo vicentino: pilota ufficiale Opel nel '76, '77 e '78 (vincendo il titolo gruppo 1 nei rally nazionali nel 1975 e quello negli internazionali nel 1977), passo dopo varie vicissitudini alla Fiat Quattro Rombi (era conteso tra Ford, Fiat ed Alfa Romeo) vincendo la Mitropa Cup.

Giovanni Casarotto, fedelissimo Lancia, ha raggiunto ottimi traguardi dapprima con la Fulvia HF 1600 semi ufficiale, poi con la Beta coupè ed infine con la Stratos che gli ha permesso di ottenere il secondo posto nel campionato nazionale '79.

Antonillo Zordan, per molti anni affezionato al marchio Porsche, vince nel '76 il campionato nazionale di gruppo 3 ed il 4° Rally Internazionale Campagnolo. Nel 1980 passa alla Opel Kadett GTE 2000 gruppo 1 con la quale conosce momenti di vera gloria, specialmente in Costa Smeralda, che gli frutteranno una vettura ufficiale della Opel Italiana per Coppa Liburna, Sanremo (ottavo assoluto, secondo di gruppo 1 e prima Opel al traguardo), 100.000 Trabucchi e San Marino.

Gigi Dalla Pozza, come Zordan affezionato alle potenti vetture di Stoccarda, secondo nel campionato nazionale del 1977alle spalle della Stratos di Liviero.

Da ultimo, solamente per anagrafica, Gianfranco Cunico che iniziò a militare nelle file della Palladio nel '77. Vincendo alla grante il trofeo A112 Abarth nel 1979 ottiene una Stratos semi ufficiale per il Jolly Club. E da li l'inizio della carriera stratosferica del pilota vicentino.